Pubblico e privato nella transizione (e nella crisi) energetica

L’Europa ha dinanzi a sé una sfida epocale. Diventare, entro il 2050, il primo continente a zero emissioni di gas a effetto serra. Tra i settori chiamati ad informare le proprie dinamiche in funzione dell’obiettivo della «neutralità climatica» rientra senza dubbio quello dell’energia, responsabile del 75 % delle emissioni europee. È per questo che la promozione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili rappresenta uno strumento indispensabile, senza il quale risulta assai difficile poter contare su un mix energetico all’altezza della sfida.

Il percorso verso la decarbonizzazione è evidentemente arduo e complesso. Si tratta, infatti, di favorire un cambiamento — netto e radicale — nelle abitudini di vita e nei modelli di gestione dei cicli industriali. Alcuni recenti eventi economici e geopolitici hanno inoltre prodotto conseguenze di non poco conto (rincaro dei prezzi energetici e rischi in termini di sicurezza degli approvvigionamenti di gas), così da rendere la «transizione energetica» ancora più tortuosa. Tutto ciò ha imposto un «approccio ibrido e integrato»: per un verso connotato da «misure strutturali» destinate a favorire lo stabile adeguamento del sistema energetico agli obiettivi euro-unitari (p. es., gli atti di recepimento delle direttive del Clean energy package, il PNIEC, il PNRR, etc.); per altro verso connotato da «misure congiunturali» volte a contenere gli effetti pregiudizievoli del caro-bollette e dell’invasione russa su famiglie e imprese (p. es, Legge di Bilancio 2022, Decreto sostegni ter, Decreto energia, Decreto aiuti, Decreto taglia prezzi, etc.).

Tra le soluzioni adottate — tante — possono rinvenirsi «misure di promozione», di «semplificazione», di «perequazione», di «controllo dei prezzi», di «prelievo», etc. Nel loro insieme restituiscono la fisionomia del ruolo del Pubblico e del Privato nel percorso di transizione e nella strategia per superare l’attuale crisi energetica. Invero, sul fronte del settore pubblico si registra un ritorno del Big Government, essendo tornati di moda termini che sembravano ormai superati: p. es., «Stato programmatore», «Stato elargitore», «Stato perequatore», «Stato calmierante», «Stato assicuratore», etc. Sul fronte del settore privato, invece, si assiste ad un coinvolgimento maggiormente attivo e consapevole non solo degli operatori economici, ma anche delle famiglie (p. es., Comunità energetiche, trasparenza, precisione e puntualità dei dati delle bollette, etc.).

Gli interrogativi attorno ai quali anche il giurista deve ragionare sono quindi tanti. Come si atteggiano gli strumenti per la promozione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica? Come sono state semplificate le procedure di autorizzazione per la realizzazione di impianti green? Il rincaro dei prezzi dell’energia come è stato sin qui affrontato? Quali criticità presentano tali misure? E quali i possibili miglioramenti?